Il giorno del giudizio

Cosa succede se un aereo di linea viene fatto schiantare sulla Cappella Sistina facendo strage dei centodiciotto cardinali riuniti in conclave? Potrà la Chiesa sopravvivere al terribile attentato? Chi e come, ora, eleggerà il successore di Leone XIV?

In questo scenario, tracciato con mano sicura, si muovono i personaggi di un romanzo ricco di svolte imprevedibili sino alle ultime pagine. Due giovani tunisini, sospettati di un attentato che fa impallidire il ricordo dell’11 settembre. Il dottor Mario Romeo, responsabile delle indagini, fumatore incallito e calabrese testardo. Un cardinale cinese, Jin Lan Wu, unico porporato ritrovato in vita fra le macerie del Giudizio Universale. Ed altri due confratelli, assenti più che giustificati, quel giorno, dalla Sistina, che cercano di raggiungere Roma in tutti i modi. Sandra Toselli, compagna piena di rimorsi del pilota dell’Atr dirottato sul Vaticano. E una guardia svizzera, l’alabardiere Andrè Lourain, custode di un indicibile segreto.

Un antefatto surreale. Per un romanzo che ha il rigore dell’inchiesta giornalistica e il ritmo di un thriller ambientato nel luogo più sacro della cristianità.

 

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RECENSIONI |RESEÑAS

Suspence fino all’ultima pagina, quando il lettore scopre, con un pizzico di sollievo, che il giorno del giudizio non è ancora arrivato (La Stampa).

Un libro interamente costruito sul confine tra il vero e l’immaginario, al punto che per il lettore non è sempre facile capire dove finisca l’uno e cominci l’altro (Paese Sera).

Sospeso tra scenari realistici e ipotesi estreme, tra profezie millenaristiche che parlano della fine del papato e del mondo stesso e quel sano buon senso romano, finora non ancora smentito dalla storia: morto un papa, se ne fa un altro (Il Mattino).

Si fruisce come un piacevole intrattenimento letterario ma, su un livello più profondo, lavora nell’inconscio del lettore facendo suonare squilli di rivolta ad uno “statu quo” che non può piacere agli uomini di buona volontà (Secolo d’Italia).

Il thriller ambientato tra Città del Vaticano e d’intorni appartiene al genere esibendo tuttavia una notevole indipendenza da clichè più prevedibili (Avvenire).

La conclusione sarà sorprendente, perché toccherà al lettore tirare le ultime fila: “quando la gente smette di credere in Dio non è vero che non credo più a niente. Crede a tutto” ammoniscono gli autori con Chesterton (Vita).

Un convulso intreccio di sorprese, sviluppi e colpi di scena che “sequestrano” il lettore dalla prima all’ultima riga, trascinandolo col batticuore verso un finale che non delude. Come thriller, ma anche su un piano umano, storico e spirituale (Città Nuova).

Complessa trama che non perde mai interesse, volta a decifrare il senso di un così roboante attentato (Studi Cattolici).

Una storia costruita con una perizia dei particolari che è straordinaria, perchè la realtà è più sorprendente della fantasia (La Sicilia).