Quando un carisma va in orbita

Nell’intervista del Papa al portale spagnolo ‘Vida Nueva’, pubblicata venerdì 4 agosto, parlando della spiritualità il Pontefice così affronta alcune delle questioni sul tema dei carismi nella Chiesa. Ecco una bella risposta, con relativa traduzione in spagnolo, citata dall’agenzia Il Sismografo (Nella foto Arrupe, Generale dei Gesuiti dal 1907 al 1991).

“Guardarsi l’ombelico è un pericolo per tutti, anche per qualsiasi movimento o congregazione. Ci sono movimenti che nascono con buone intuizioni per aiutare le persone, ma si perdono. Questo è soprattutto il caso delle moderne istituzioni ecclesiali postconciliari che invece di portarti avanti, ti mettono in orbita. Quindi, tutta la tua vita consiste nell’orbitare attorno al carisma, al movimento, e finisci come il cane che si lecca per sembrare più bello. Succede anche nelle congregazioni storiche che iniziano a rivedere il proprio carisma e dimenticano di essere state create per una missione specifica. In alcune province dei gesuiti è successo qualche decennio fa, ma grazie a padre [Pedro] Arrupe tornò l’ordine e la situazione venne ristabilita. Il rischio è di rispecchiare la spiritualità, e cioè, mettersi davanti al proprio specchio per contemplare la realtà specchiata, ma non vissuta. La spiritualità consiste in viverla, non rispecchiarla. Questo è un criterio di discernimento personale e di ogni realtà ecclesiale. Da lì è facile che l’ideologia si insinui e si vestino di un’aria restaurazionista, con molta mistica apparente, ma anche con molta corruzione. Quando qualcuno rileva una deriva di questo tipo, non bisogna aver paura di parlarne e condividerla con il vescovo del luogo e fargli mandare una visita.”(Traduzione de Il Sismografo))

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Testo spagnolo

“La espiritualidad es para vivirla, no para espejarla”

Mirarse al ombligo es un peligro para todos, también para cualquier movimiento o congregación. Hay movimientos que nacen con intuiciones buenas de ayudar a la gente, pero se pierden. Sucede especialmente con instituciones eclesiales modernas del posconcilio que, en vez de llevarte hacia delante, te meten en órbita. Entonces, toda tu vida consiste en orbitar alrededor del carisma, del movimiento y terminas como el perro que se lame a sí mismo, para verse más lindo. También sucede en congregaciones clásicas que empiezan a revisar su carisma y se olvidan de que fueron creadas para una misión determinada. En algunas provincias jesuíticas ocurrió hace unas décadas, pero gracias al padre Arrupe se puso orden y se recondujo la situación.

El riesgo es espejar la espiritualidad, ponerse delante de su espejo para contemplar la realidad espejada, pero que no se vive. La espiritualidad es para vivirla, no para espejarla, este es un criterio de discernimiento personal y para cualquier realidad eclesial. A partir de ahí, es fácil que se cuele la ideología y se revistan de un aire restauracionista, con mucha mística aparente, pero también con mucha corrupción. Cuando alguien detecte alguna deriva de este tipo, no hay que tener miedo a hablar y compartirlo con el obispo del lugar y que mande una visita.